Ci sono lavori che ti stancano. E poi ci sono lavori che ti tolgono la luce.
Non parlo solo di stress o di carichi eccessivi. Parlo di quegli ambienti in cui vieni ignorato, sminuito, escluso.
Parlo di quelle aziende in cui il tuo valore non viene visto.
Di quei luoghi dove non si lavora con persone, ma con numeri.
E ogni giorno, anche se cerchi di resistere, un pezzo di te si spegne.
Quando non ti licenzi, ma è come se ti stessi lasciando andare
Non succede tutto in un giorno.
All’inizio è solo irritazione. Poi arriva la frustrazione. Poi il silenzio.
E nel silenzio, inizi a pensare che forse sei tu a non essere all’altezza.
Perché nessuno ti ascolta. Nessuno ti valorizza. Nessuno ti chiede: “Come stai davvero?”
E così inizi a dimenticare chi sei.
La cosa peggiore non è l’ambiente. È quello che ti fa credere di te.
E se non te ne accorgi in tempo, il danno non è solo professionale.
È interiore.
Come riconoscere che non sei tu il problema, ma il contesto
- Ascolta i segnali del corpo: mal di testa, tensione costante, pianto improvviso
- Nota i pensieri ricorrenti: “Non valgo”, “Non riesco”, “È colpa mia” – non sono tuoi, ti sono stati messi addosso
- Chiediti: “Questa situazione mi nutre… o mi spegne?”
- Parla con qualcuno di neutro: un counselor, un professionista, qualcuno che possa vederti senza filtri
- Non aspettare di crollare per cercare un’alternativa. La tua energia e il tuo benessere valgono più di qualsiasi contratto.
Il consiglio finale
Non lasciare che un ambiente sbagliato diventi la voce dentro di te.
Non sei inadeguato. Sei solo in un posto che non ti riconosce.
E meriti molto di più.